Guida pratica all’integrazione della vitamina D
Sai che con soli 20 minuti di esposizione al sole, la nostra pelle può sintetizzare fino 20.000 UI di vitamina D? Il sole rappresenta quindi la “fonte ” migliore di questo prezioso alleato per la nostra salute. Ma conoscere i propri livelli di Vitamina D è fondamentale, così come sapere al bisogno come integrarla. Ce lo spiega Francesca Mister in questo secondo post dedicato all’argomento. Se non hai letto il primo su “Cos’è e quali sono le fonti”, clicca qui >
Dose giornaliera raccomandata per la Vitamina D
La RDA attuale per la vitamina D (2008) è stata individuata sulla base dei livelli stabiliti nel 1997 per consentire la prevenzione del rachitismo e altre malattie scheletriche. Tale dose è stata individuata e identificata in 400 UI giornaliere.
Dobbiamo tener presente che durante un’esposizione al sole di circa 20 minuti, la nostra pelle può sintetizzare al massimo dalle 15.000 alle 20.000 UI al giorno. In questo caso non potremo avere un sovradosaggio, in quanto il nostro corpo distrugge l’eccedenza. Ma questa osservazione serve anche a capire quanto siano distanti le 400 UI raccomandate rispetto alle 15.000 UI naturalmente prodotte. La domanda sorge spontanea: dovremmo dare più retta alla natura e alla saggezza del nostro corpo o alle autorità governative che deliberano riguardo ai fabbisogni individuali?
L ‘unità di misura della vitamina D nel sangue è il nanogrammo(ng)/millilitro(ml). I valori di riferimento ufficiali per dosare la vitamina D nel sangue sono quindi i seguenti:
< 20 ng/ml = deficienza;
da 21 a 29 ng/ml = insufficienza;
da 30 a 100 ng/ml = sufficienza;
>150 ng/ml = eccesso.
Figura 2 – Assunzione di vitamina D raccomandata
Purtroppo ci sono ancora molti ostacoli ad un uso appropriato di questa sostanza. La vitamina D è una delle sostanze meno costose e assolutamente non brevettabile, per cui non può rappresentare una fonte di guadagno per l’industria farmaceutica. A causa dell’enorme quantità di denaro coinvolto nel mercato dei farmaci, anche la diffusione di queste conoscenze nell’ambito della comunità medica è strettamente controllata e limitata.
Guida pratica all’integrazione e al mantenimento di Vitamina D
Questa piccola guida ha lo scopo di fornire istruzioni precise su come fare integrazione di vitamina D. Tante persone sono così confuse quando sentono parlare di vitamina D, specie quando scoprono che il loro livello è basso, ed allo stesso tempo trovano voci discordanti da parte dal medico di base. Pertanto, vengono qui riportati un insieme di consigli utili per definire un “Protocollo” che sarà sempre da personalizzare in base alle proprie esigenze e patologie, per aiutare a gestire il proprio percorso verso la correzione dei bassi livelli di vitamina D.
Le 5 fasi della guida all’integrazione e al mantenimento di vitamina D
FASE 1: scoprire se è possibile assumere vitamina D con o senza prescrizione medica.
Prima di tutto assicurarsi che non sussistano possibili controindicazioni all’integrazione della vitamina D, come per esempio un’ipercalcemia o malattia paratiroidea.
Se non sono presenti nessuna di queste condizioni, è possibile proseguire al passaggio 2.
FASE 2: perché fare l’esame del sangue 25(OH)D.
Prima di procedere all’integrazione di vitamina D è necessario conoscere il proprio valore ematico di 25(OH)D; non è consigliato integrare la vitamina D senza conoscere il livello nel sangue.
L’esame in un laboratorio privato ha un costo di circa 25€. E’ importantissimo aggiungere all’esame Vit D 25(OH) anche calcemia, paratormone e omocisteina. La calcemia sarà indicativa per decidere se e come integrare la Vit D, ilParatormone sarà un valore di riferimento importante nei successivi controlli, e l’Omeocisteina altrettanto indicativa perché con valori bassi di vitamina D potrebbe essere troppo alta ed andrebbe corretta inserendo anche vitamina B e acido folico, onde evitare rischi cardiovascolari.
Conoscere il proprio livello attuale di Vit D è davvero obbligatorio per diversi motivi:
Probabilmente una volta conosciuto il proprio valore di vitamina D nel sangue, ci si sorprenderà di quanto sia bassoe potrà sensibilizzare amici e parenti a farlo controllare. Quando invece non si conosce il proprio livello di vitamina D prima di iniziare ad integrarla, ma lo si farà in seguito, non si avrà l’esatta percezione del problema e si penserà che “non sia così grave”.
Quando non si conosce il livello, si pensa che servano dosaggi molto più bassi. Inoltre, si sprecano 3 o 4 mesi assumendo dosi inadeguate perché ci si sente sicuri di avere un buon livello di vitamina D e non se ne ha bisogno. E’ bene tener presente che livelli buoni (da 50 a 100 ng/ml) di vitamina D sono associati a una riduzione dell’incidenza di patologie, mentre livelli di vitamina D bassi (10- 20 ng/ml) possono rendere vulnerabili a molte malattie.
Quando si avrà il risultato delle analisi per la vitamina D, è possibile passare alla fase successiva.
FASE 3: come leggere ed interpretare il referto dell’esame Vit D 25 (OH).
Nel momento in cui si avrà il proprio referto dell’analisi, è necessario cercare il proprio risultato e confrontarlo coi valori normali. Le più note ed usate unità di misura sono ng/ml (nanogrammi per millilitro) ed nmol/L (nanomole per Litro).
Se il valore è inferiore a 30 ng/ml, è necessario al più presto fare un’integrazione di vitamina D.
Se il valore è compreso tra 30 e 50 ng/ml, è necessario continuare l’integrazione di vitamina D per almeno altri 3-4 mesi.
Se il valore è compreso tra 50 e 80 ng/ml, è possibile attuare il dosaggio di mantenimento; si veda la fase n.5.
Se il valore è superiore a 80-100ng/ml, allora sarà necessario ridurre o interrompere l’assunzione di vitamina D a seconda delle circostanze.
Se avete superato 100 ng/ml di vit D 25(OH) o anche di più non bisogna farsi prendere dal panico, la vitamina D non è tossica fino a 150 ng/ml.
FASE 4: quanta vitamina D è necessario integrare per correggere la carenza?
Se negli esami del sangue il valore di vitamina D è inferiore al normale o addirittura insufficiente (ovvero meno di 30ng/ml) conviene che si proceda ad un’integrazione di vitamina D senza esitare.
L’integrazione può essere prescritta dal proprio medico, se ne conoscesse l’importanza, magari prescrivendovi delle megadosi settimanali, ma se non lo farà, è possibile provvedere in autonomia a trovare il dosaggio giusto. Il modo migliore, secondo i maggiori esperti mondiali sulla vitamina D, è integrare una quantità giornaliera di 10.000 UI di vitamina D3, che è una dose detta “fisiologica” perché è la stessa quantità che il corpo produrrebbe stando esposto al sole non coperto e senza avere problemi di tossicità. Durante l’integrazione di vitamina D è importante bere molta acqua (almeno 2 litri al giorno) e fare esercizio fisico compatibile con le proprie condizioni di salute.
FASE 5: Dosaggi di mantenimento, come integrare per restare sui giusti valori?
Dopo circa 3 mesi d’integrazione con la vitamina D, è opportuno controllare di nuovo se il valore nel sangue è salito e se è buono (oltre 50-80 ng/nl) ed in base al valore di calcemia e paratormone si può decidere di proseguire riducendo o dimezzando la dose iniziale. Per semplificare la lettura degli esami, il calcio deve essere normale ed il paratormone il più vicino ai range minimi.
Passando da 10.000 UI al giorno si potrebbe scendere a 8.000 o anche 5.000 UI o anche di meno se ci si espone alla luce solare nel modo corretto. Non è facile trovare subito il dosaggio di mantenimento, per questo è meglio fare successivi controlli a distanza di due o tre mesi dalla riduzione del dosaggio per vedere come va. Se i valori sono rimasti costanti, quello è il dosaggio di mantenimento.
Il presente articolo è stato estratto dalla tesi “Vitamina D: giornaliera come il sole”, di Francesca Mister diplomatasi presso l’Accademia di Naturopatia, il 26 settembre 2020. Francesca, esperta in nutrizione sportiva, segue da anni atleti e sportivi, promuovendo uno stile di vita sano e naturale e con un’attenzione particolare all’integrazione sportiva e al benessere.
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